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Il “No” al nazifascismo degli ufficiali italiani internati nei lager del Terzo Reich 1943-1945

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La necessità di compiere una scelta ripetuta nel corso dei lunghi mesi della prigionia nei confronti delle insistenti proposte di adesione alla Wehrmacht e alla Repubblica di Salò prima e al lavoro poi caratterizza la particolare condizione degli oltre 28.000 ufficiali italiani, i quali, dopo l’Armistizio dell’8 settembre dell’Italia con gli Anglo-Americani, furono deportati nei lager del Governatorato Generale di Polonia e in Germania. Una scelta volontaria – che fu la vera peculiarità di quella prigionia, unico esempio nella storia della Seconda Guerra Mondiale – dettata dal sentimento dell’orgogliosa appartenenza alle Forze Armate italiane e dall’affermazione della dignità di militari e di uomini, insieme alla volontà di non contribuire a rafforzare il potenziale bellico nazifascista.

L’intento della ricerca è stato quello di individuare i caratteri, le diverse modalità della loro tenace resistenza e, attraverso le testimonianze offerte dai diari e dai memoriali, delineare l’incerto, ma progressivo percorso di consapevolezza del significato del loro rifiuto del nazismo e del fascismo in rapporto alla disumana esperienza vissuta nei diversi lager.

La costruzione di una mappa di 15 Campi di internamento militare nazista, dove, attraverso i continui e massacranti spostamenti, gli ufficiali furono deportati, dal settembre 1943 fino al 1945, ha permesso di analizzare, al di là delle affinità, le peculiarità di ciascuno e l’influenza che hanno avuto nel determinare l’esistenza e le sofferte scelte di migliaia di individui, consentendo di seguire il complesso intreccio dei luoghi e le molteplici storie all’interno di una dimensione collettiva e di una identità di gruppo che hanno contraddistinto la loro prigionia.

pagine 720
isbn 978-88-7326-785-0