Un viaggio nel cuore di Ancona accompagnati dai protagonisti di questo splendido romanzo: un anconetano navigato e solitario e un ragazzo venuto dalla Croazia con una singolare missione da compiere. Un’amicizia istintiva sullo sfondo di una città distratta. Ma via dopo via, passo dopo passo, la Dorica si lascia mettere a fuoco: con le tracce del passato sfilano sotto i nostri occhi i secoli d’oro del libero Comune ma anche quelli del buio e della sopraffazione. Personaggi illustri e umili comprimari, fatti individuali e pubblici sembrano tutti essenziali a un’unica millenaria vicenda. In una incessante spola tra le due sponde si compone il grande mosaico dell’Adriatico, luogo di comunione e di scontro delle civiltà. E con la ricerca delle comuni radici si riducono le distanze tra le generazioni, complice lo stesso mare. Intanto per strada si susseguono gli incontri. Mentre la vita collettiva continua a compiere i suoi riti quotidiani, apparentemente estranea alle vestigia del passato, nella quiete dell’appartamento sul Colle Astagno si manifestano le ambigue amicizie femminili del padrone di casa. La ricognizione storica poco a poco si fa indagine privata. Fino alla più intima delle confessioni. In questo scenario si erge il Conero, monolitico e indistruttibile. All’ombra del monte, muto testimone degli eventi, si aggirano ancora spiriti eletti come Ciriaco Pizzecolli. E nel sorprendente finale tutto invita alla rinascita, alla condivisione e alla speranza.
Dallo storico cronista marchigiano un romanzo che fa di Ancona l’archetipo di una comunità panadriatica ove, a ben guardare, è ancora possibile rintracciarei segni della perduta koinè.