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Il selfie come esperienza estetica

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La diffusione del fenomeno del selfie è una delle conseguenze del rapido incremento degli smartphone. Il neologismo si riferisce a un comportamento sociale caratteristico della nostra epoca, ma è anche una pratica estetica il cui valore culturale rimanda all’autoritratto fotografico. Attraverso un’analisi storica e in una prospettiva interculturale, il paper si sofferma sul concetto di identità in rapporto al social networking e alle tecnologie informatiche. L’obiettivo è anche quello di dare una lettura critica ad una nuova creatività in cui sono scomparse le differenze tra arte e non-arte. Attraverso i lavori di alcuni artisti si cerca di riflettere sulla complessità della cultura contemporanea sempre più caratterizzata da una “visione nomade del soggetto” (Braidotti, 2006). L’attenzione è rivolta al sellotape selfie (gli autoscatti caratterizzati da volti distorti da nastro adesivo trasparente). Questa pratica si introduce perfettamente nel dibattito sulla condizione postumana: a risaltare è una figura non più definita, è piuttosto il passaggio di una processualità che si fa metafora dei flussi continui della vita. L’altro punto di riferimento è il rooftopping selfie, gli autoscatti realizzati all’esterno di strutture architettoniche alte e pericolose. Si tratta di una “esperienza” che trova le sue radici in alcune azioni performative degli anni Settanta e nella disciplina metropolitana del “parkour” degli anni Ottanta.

pagine 38
isbn 978-88-7326-615-0